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Con le zampe
(Igor Vazzaz)
Con le zampe riesco a fare tutto quello che mi pare
e non ho bisogno più neanche di lei
basta solo camminare e attentamente svicolar
dalla farina e la ciabatta che indossai
Mangio e dormo quanto voglio meglio di quel manichino
con la scopa degna dell’autorità
che guarda basso nel cassetto "questo dove me lo metto?"
Io ci passo sopra, cosa devo far?
La signora già ingrassata dello specchio ha gran paura
scorza dura, certo, eppur bisogna andare…
E mi squadra con la stanca coda ladra
dei suoi occhi in varichina, vecchio specchio di beltà
E cosa volete voi? ma cosa volete voi?
O è soltanto per la sana consuetudine che avete
e vi stupite se non tengo marijuana
E cosa volete voi? Ma cosa cercate voi?
Ma che razza di coraggio spaventarsi per le zampe
quasi fossi solo io lo scarafaggio…
Con le zampe le cipolle non le sbucci lo sai bene
ed i guanti devono ancora inventare
ma gli amici son felici ché un portiere del pallone
tutti i sabati là in campo sbatteranno
Son grazioso ed elegante tipo estroso conturbante
con la maglia con sei braccia sono un boss
ma non parlatemi di musica perché una discografica
m’ha dato ad un quartetto per mascotte
La donzella adesso rosica un po’ amaro
e davanti il vino chiaro puzza greve d’osteria
io mi gratto tutte quante le zampette
le ragazze ne van pazze sette a notte ne amerò
Ma cosa volete voi? Che cosa cercate qua?
Proprio adesso vi accorgete che son io quello più grande
quando ho zampe al posto delle gambe
E cosa volete voi? Che cosa cercate voi?
Giuseppino sorseggiando del boemo se la gratta tra le cosce
questa smania di consumo
Tutto gira è una gran ruota
mezza piena o mezza vuota
la fortuna beve sempre dal pitale
Con le zampe ora che sono importante
più non cale alla bella darmi del cacasentenze
e sorriderle vorrei ma non so come
dedicarle una canzone, un romanzo, una poesia
quale gran pegno d’amore del suo amante scarrafone
e vicino a chi so io la nostalgia
La signora non sopporta tutta quella carne morta
e percuote sogni al lotto con le carte
giusto prima che arrivasse la tivvù ho sentito solo…
Sulla mia scorza le sue scarpe